L’ultimo bollettino (17/03/20) emesso dalla Protezione Civile Nazionale, recita: 31.506 casi di positività al Coronavirus e 2503 decessi lungo la penisola.
Duemilacinquecentotre vite spezzate, quando il picco della pandemia in atto è ancora assai lontano.
Nel nostro Paese e in gran parte del pianeta, stiamo vivendo una situazione socio-sanitaria drammatica, senza precedenti, spaventosamente brutale sotto tutti i punti di vista e di cui soprattutto, nessuno è in grado di determinarne o ipotizzarne la fine.
La gran parte degli italiani è giustamente rinchiusa nelle proprie abitazioni, così come indicato dalle Autorità Governative nel tentativo di arginare la diffusione e l’incedere di questo “nemico” tanto silenzioso ed invisibile, quanto spietato ed inesorabile.
Purtroppo siamo ancora in tanti a non aver compreso la reale gravità di questa situazione.
A fare più paura sono due cose: in primo luogo, immaginare gli effetti devastanti che tutto questo avrà in un futuro non troppo lontano sull’economia del nostro Paese e sulla vita delle persone, specie quelle meno abbienti e facoltose. E in secondo luogo, ma non per importanza, fa paura e ribrezzo continuare a vedere e sentire le più alte cariche del sistema-Calcio, avanzare le ipotesi più disparate per cercare di concludere una Stagione calcistica sulla quale è già calato da tempo il sipario.
Pensare che entro il 30 Giugno si possa riuscire a far disputare migliaia di gare ufficiali nelle varie Categorie, è semplicemente DISUMANO. Imbarazzante notare con quanta superficialità si cerchi in tutti i modi di “rasserenare” la gente sul fatto che tanto, in un modo o nell’altro, si arriverà alla conclusione di questo Campionato.
Costringere Calciatori, tecnici, dirigenti, Arbitri, inservienti e addetti ai lavori, a rimettersi in gioco nelle prossime settimane, rischiando di fatto la propria incolumità e quella dei rispettivi affetti, è un qualcosa di raccapricciante solo a pensarlo.
Si parla di “Stagione falsata” in caso di chiusura anticipata: ma sarebbe ancor più “falsata” un’annata sportiva che si concludesse forzatamente, costringendo migliaia di atleti, professionisti e dilettanti, a rimettersi a correre dietro ad un pallone con la mente tutt’altro che sgombra e con una condizione fisica totalmente diversa da quella di un mese fa. Un mese, Si: perché signori cari, ci sono squadre di Serie D e di Categorie inferiori che hanno disputato l’ultima gara ufficiale lo scorso 16 Febbraio, quindi esattamente trenta giorni addietro. Chiedere alle Società dei Gironi B e C di Quarta Serie per credere.
Una sosta che si sarebbe dovuta protrarre sino al 3 Aprile, ma che andrà inevitabilmente incontro ad un’ulteriore proroga. Di qualche ora addietro il Comunicato emesso dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, con cui si ordina l’interruzione a data da destinarsi delle sedute di allenamento collettive per quanto riguarda gli atleti dilettanti. Un motivo in più per allungare (doverosamente) i tempi ed avvicinarsi vertiginosamente a quella famosa “dead-line” del 30 Giugno, giorno entro il quale dovrà essersi scritta la parola “Fine” per ogni competizione. Peccato però che quella “Fine” sia già arrivata e che oramai solo le persone più irresponsabili e superficiali si ostinino a non rendersene conto.
Fermare dei Calciatori per oltre un mese (saranno due mesi, ipotizzando un utopico rientro dopo la Santa Pasqua), specie quelli impegnati in competizioni a livello nazionale, abituati ad intense sedute di allenamento quotidiane e a giocare ogni Domenica ad altissima intensità, significa azzerare completamente il ritmo che nel corso dei mesi passati hanno accumulato nelle proprie gambe. Si tratterebbe di ricominciare da zero, perché, chi in quel mondo ci è stato, sa bene che allenarsi da soli dentro casa non sia affatto la stessa cosa…
E non parliamo solo dell’aspetto fisico, ma anche di quello mentale. Come detto, oltre a non esserci più quella lucidità necessaria per esprimere sul rettangolo verde il meglio di se’, sono andati naturalmente a scemare anche quello spirito agonistico e quella concentrazione scientifica che ogni Calciatore è abituato ad alimentare sul campo, in gruppo, nello spogliatoio, ogni giorno, da una Domenica all’altra, da una gara a quella successiva. Tutte queste imprescindibili condizioni non sussistono più. Così come i presupposti perché tutta la “giostra” riprenda a girare.
Basti vedere la cospicua serie di contagi che si stanno evidenziando nelle ultime ore, con riferimento a quegli atleti di Serie A, Lega Pro e compagini estere impegnate nelle Coppe Europee, “costretti” a scendere in campo in maniera sconsiderata sino a qualche giorno fa.
Follia pura. Da questo punto di vista, non si può non riconoscere che la Lega Nazionale Dilettanti sia stata antesignana nello scegliere di fermarsi prima di tutti a tempo debito, con grande senso di responsabilità ed opportune scelte preventive.
Chi scrive, criticò la scelta della L.N.D. di bloccare la Stagione a metà Febbraio, quando ancora non eravamo nel pieno del dramma che stiamo vivendo oggi. Riconobbi anch’io di aver commesso un’imperdonabile ingenuità e un grave errore di valutazione. Ma parliamo di più di un mese addietro. Ecco perché, chi oggi parli di rapida ripresa e di conclusione ad ogni costo della Stagione, non può che essere tacciato di lucida follia.
È vero; ognuno di noi è consapevole, purtroppo, della quantità abnorme di interessi economici che ruotino nel mondo del Calcio, ad ogni livello e Categoria. Sicuramente sono gli stessi interessi che stanno portando chi, il Calcio lo governa (o dovrebbe farlo), a valutare ogni ipotesi, anche la più bislacca, inedita e bizzarra, pur di portare a termine la Stagione. Questo, non tenendo minimamente conto del fatto che i protagonisti di codesto Sport siano UOMINI, persone fortemente esposte al contagio, ancor più in una disciplina dove il contatto è fisiologico ed inevitabile, così come abbracci, pacche sulle spalle, battiti di cinque, spallate e chi più ne ha, più ne metta. Chissà quanti di loro saranno già stati contagiati e magari non ne siano ancora a conoscenza perché asintomatici. Però tra un mese o poco più, qualcuno pensa di riportare tutti in campo, immaginando che questa pandemia (occhio: “pandemia”, non “un’influenzucola” come inizialmente definita da alcune irresponsabili entità governative), abbia smesso di circolare o si sarà attenuata nella sua diffusione.
Ma ci rendiamo conto? Ma ci vogliamo svegliare o No?!
La ripresa dell’attività agonistica e la disputa di almeno 8-10 gare ufficiali entro il 30 Giugno è IMPOSSIBILE. Lo è anche pensare di far giocare 2-3 gare di Play-Off e/o Play-Out, ipotizzando questa come “soluzione-limite” che tra l’altro, non potrà che suscitare polemiche e molteplici disquisizioni sulla creazione e l’effettiva composizione della stessa.
Convincersi che la Stagione sia terminata anzitempo è in questo momento un dovere morale.
Il Mondo si è paralizzato. Ogni Sport si è fermato. Dalla Pallacanestro, al Volley, passando per Rugby e F1 sino ad arrivare a Tennis, Pallanuoto, Golf e ad ogni altro genere di attività sportiva a livello globale.
Ci rendiamo tutti conto che spostare di un anno un Europeo di Calcio o un’Olimpiade, nonostante tutto quello che comporti, sia più “semplice” rispetto a chiudere anzitempo una Stagione calcistica, senza che la stessa abbia emesso i suoi consueti verdetti. Ma questa situazione non può che portare in quella direzione.
È un’occasione più unica che rara che abbiamo per dimostrare che l’essere umano, la salute dell’uomo e i valori fondamentali del vivere civile, siano ancora anteposti al vile denaro e agli interessi ad esso connessi. Questa occasione ce l’hanno i dirigenti del nostro Calcio e non solo del nostro.
Una cosa è certa: qualunque decisione verrà intrapresa, porterà con se strascichi polemici infiniti, in molti avranno da protestare e contestare ed altrettanti si faranno “male” anche economicamente, per carità. Ma per questo non c’è una via d’uscita. Non esiste una soluzione che metta tutti d’accordo, perché anche riprendere a giocare forzatamente con una grave pandemia in corso sarebbe, oltre che un errore epocale, l’occasione per generare scandali mediatici assolutamente legittimi.
Ecco perché il compito che avranno la F.I.G.C., la Lega Serie A, la Lega B, la Lega Pro e la L.N.D. sarà infausto e proibitivo come mai nella storia. La speranza è che, INSIEME, all’unisono e senza alcun “condizionamento esterno”, optino per il “male minore” e cioè per quella soluzione che sia volta a salvaguardare prima di tutto la salute di ogni persona, direttamente e indirettamente coinvolta dall’aspetto agonistico. Siamo davvero di fronte ad una svolta storica: si ha la possibilità di dimostrare che non saranno gli interessi legati al “dio denaro” a guidare, chi di dovere, verso una sana e corretta decisione definitiva. Forse, in una situazione del genere, chi dovrà ricorrere al denaro saranno proprio il Governo, la F.I.G.C. e le varie Leghe, che si troveranno a dover risarcire in qualche modo tutte quelle Società che vedranno vanificati tanti sogni ed aspettative, ed altre che dovranno fare i conti con un finale inaspettato, incontrovertibile e con i danni economici inevitabili ad esso collegati. Questa la strada più percorribile all’orizzonte. Certamente più “indolore” rispetto a quella che, invece di un esborso economico sotto forma di “indennizzo” in favore dei Club, preveda la disputa di gare senza senso e che siano utili solo a dispensare contagi, sofferenze e magari anche delle vittime. Qualunque soluzione che non porti a questo, sarà sempre e comunque il “male minore“.
Buona Fortuna a noi.